Ultima modifica: 13 Giugno 2017
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Gli studenti del Carducci, a teatro con lo spettacolo “Vite senza permesso”

Gli studenti del Liceo Psicopedagogico e gli attori de “Il Dirigibile” protagonisti in “Vite senza Permesso”

Lo spettacolo ha lasciato a bocca aperta tutti gli spettatori, studenti e insegnanti compresi. Per l’eccezionale freschezza dell’interpretazione e l’autentica forza espressiva degli attori e per la complessità del tema trattato, dedicato ai popoli migranti

Gli studenti del Liceo Psicopedagogico e gli attori de “Il Dirigibile” protagonisti in “Vite senza Permesso”
Al Teatro Testori di Forlì, la Compagnia Banco di Prova, formata da studenti del Liceo Psicopedagogico di Forlimpopoli e attori della “Compagnia Il Dirigibile” (a sua volta costituita da utenti del Centro Diurno Psichiatrico di via Romagnoli del Dipartimento di Salute Mentale di Forlì) ha presentato al pubblico Vite senza permesso, trame migranti, un’opera teatrale di elevata difficoltà tecnica, di forte tensione drammatica e di grande impatto emotivo, frutto di un anno di laboratorio condotto dal regista Michele Zizzari. Lo spettacolo ha lasciato a bocca aperta tutti gli spettatori, studenti e insegnanti compresi. Per l’eccezionale freschezza dell’interpretazione e l’autentica forza espressiva degli attori e per la complessità del tema trattato, dedicato ai popoli migranti.

 

Gli studenti del Liceo Psicopedagogico e gli attori de “Il Dirigibile” protagonisti in “Vite senza Permesso”
Lo spettacolo è stato presentato nell’ambito del Progetto Un palcoscenico per tutti, giunto alla sua 6° edizione e promosso dal Dipartimento di Salute Mentale e dal Centro Diego Fabbri di Forlì e dal Liceo Psicopedagogico e delle Scienze Umane di Forlimpopoli con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Forlimpopoli Assessorato alla Scuola e alle Politiche giovanili. Non c’è nulla di più straordinario e che dia più speranza per il futuro che vedere dei giovanissimi studenti e persone meno giovani, provate da un gravoso disagio come quello psichico, lavorare fianco a fianco per un anno intero nello sforzo sincero e autentico di comprendere, raccontare e rappresentare le inaccettabili condizioni di vita che tocca sopportare ai meno fortunati della Terra; elevandosi meravigliosamente a messaggeri di un Mondo Nuovo, fondato sull’Amore e sulla Fratellanza.

 

Ed è ancora più sorprendente vederlo fare da questi attori speciali attraverso il linguaggio più bello che l’Umanità possieda, quello del Teatro, quello della passione, quello della sensibilità, quello della verità, quello dell’arte. Vite senza permesso rappresenta una sequenza di quadri e suggestioni sceniche, canzoni e coreografie che raccontano storie reali del nostro tempo, le aspirazioni, le speranze, le illusioni, le delusioni e le molteplici motivazioni che hanno spinto e spingono popoli e persone a emigrare. Un intreccio di esperienze umane che ha come protagonisti le odissee più o meno fortunate dei Nessuno di adesso, di quelli che continuano ad attraversare mari, confini e terre per trovare nuovi orizzonti alla propria esistenza, per sete di conoscenza, per scampare alla guerra e alla persecuzione, o semplicemente per necessità, come per il passato è toccato a tanti italiani. L’opera è dedicata a Mandiaye Ndiaye (regista senegalese e attore del Teatro delle Albe di Ravenna scomparso prematuramente) e a Emmanuel Chidi Namdi, migrante nigeriano barbaramente ucciso nel 2016 a Fermo da due balordi italiani per razzismo.Il titolo e la storia di Mandiaye sono tratte dal libro-inchiesta “Vite senza permesso” della giornalista Manuela Foschi edito dalla Emi.

 

Articolo completo:

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